Laxirya |
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| Larxene; La ninfa selvaggia Sospirò. «Speravo non te ne fossi accorto» ammise con un'alzata di spalle. «Va bene, va bene, ti aiuto!» E così si mise a lavorare un po' anche lei, spostando le scatole e impilandole una sull'altra. In una decina di minuti tutti i preparativi erano stati completati. Così si arrampicò sugli scatoloni, per prima. Arrivata in cima fece attenzione a non far notare la sua presenza, rimanendo sempre sotto la parte inferiore della finestra e tentando di fare il minor rimore possibile. Il rumore di qualcuno che sposta delle casse per strada può essere giustificato, ma il rumore al di fuori di una finestra dove non ci sarebbe dovuto essere niente sarebbe risultato alquanto strano. Sperando che il proprietario della casa non stesse guardando proprio in quel momento da quella parte, si alzò un pochino, in modo da poter sbirciare. Il problema era che era impossibile sbirciare senza farsi beccare, anche con il cappuccio alzato. Per fortuna Aladin non stava guardando da quella parte, anzi, non stava guardando prorio da nessuna parte. Stava dormendo. Che fortuna! pensò Larxene, prima di notare un piccolo particolare. Il ragazzo era appisolato sul pavimento, di fianco alla candela che illuminava la stanza e con le braccia conserte a fare da cuscino per la testa. Con una mano teneva la tanto sospirata lampada. Cavolo! si corresse poi. Non sarebbe stato poi così facile come sperava.
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